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Il Blog del Salame di pura oca.
​L'originale.

1/28/2017

Ecco fatto il becco all'oca (e le corna al Podestà)

Ecco fatto il becco all'oca (e le corna al Podestà) è un proverbio coniato nella Firenze medioevale per indicare la figura del Podestà quale gabelliere gabbato a sua volta dai debitori.

Nella versione maggiormente diffusa si sostiene che il Podestà avesse una moglie molto avvenente e disponibile per cui egli fece costruire da un fabbro una cintura di castità. Ciononostante uno spasimante della moglie riuscì ad aprire la cintura con una chiave a forma di becco d'oca e dopo aver giaciuto soddisfatto con la signora, l'amante pare esclamasse: Ecco fatto il becco all'oca e le corna al Podestà.

La frase può essere utilizzata anche per indicare che si è compiuto allegramente e con buon esito un lavoro.
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1/25/2017

Il salame di Pasqua. E se fosse d'oca?

Quest'anno cerchiamo di anticipare i tempi! Sappiamo bene che la Pasqua arriverà il 16 aprile, ma proprio per questo desideriamo iniziare un lungo cammino alla ricerca di alcune tradizioni del nostro paese ... e non solo.

Nel corso della Quaresima e nel giorno del venerdì Santo è consuetudine "mangiare di magro", durante la domenica di Pasqua, al contrario, è d'uso consumare un pasto festivo che comprende anche la carne e i salumi difficilmente mancano!

Quando degustiamo una morbida fetta di salame inserita elegantemente fra gli antipasti, non possiamo minimamente immaginare quale sia la sua storia e il suo vissuto.
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L'antica tradizione di far salami deriva da una necessità che è ben lontana dai nostri giorni: conservare la carne per lunghi periodi. I nostri antenati, non potendo usufruire della tecnologia del frigorifero, hanno scoperto per caso che inserendo la carne tritata e salata all'interno di un contenitore naturale (il budello), questa poteva conservarsi quasi per magia per lunghi periodi. Quella che per loro era un mistero della natura, oggi è conosciuta come fermentazione e viene usata ampiamente dall'uomo per realizzare, salame, vino, birra, formaggio yogurt e pane.

La fermentazione è un processo complesso da spiegare ai non addetti ai lavori, ma vi basti pensare che nel corso di questa fase, miliardi di piccoli batteri usano le sostanze presenti nella carne per svilupparsi producendo acido lattico che abbassa il pH dell'alimento rendendolo, nel caso del formaggio e del salame, conservabile e stagionabile anche per lunghi periodi.

Questo vale naturalmente per i salami di suino, ovino, caprino e naturalmente per il salame d'oca. Dietro al bianco palmipede, però esiste una storia ancora più singolare. Come saprete, l'oca è considerata il degno sostituto del suino per il popolo ebraico: insomma, non si butta via niente. Se poi la storia vuole che il salame sia tutto italiano, allora le prime comunità che hanno preso dimora sul nostro stivale, hanno capito immediatamente come sfruttare le carni d'oca per creare il salame d'oca ecumenico, anche perché la carne d'oca si presta bene alla stagionatura.
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La tradizione ebraica vuole che il palmipede sia pronto da macellare verso fine ottobre o inizio novembre, come del resto il suino per i cristiani. 
Una volta ricavate le carni fresche dall'animale, queste vengono tritate assieme al grasso, condite con sale, pepe e pimento (pepe garofanato) e insaccato nel collo dell'oca come vuole la legge kosher più tradizionale. A questo punto i salami d'oca vengono posti ad asciugare in cucina oppure nell'intercapedine delle doppie finestre.

​Guai a chi toccherà i salami d'oca prima della Pesach (Pasqua ebraica). 
Una volta pronto, il salame d'oca potrà essere degustato durante le festività che ricordano la liberazione dalla schiavitù dall'Egitto e l'Esodo verso la terra promessa.
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1/5/2017

Il "Gioco dell'oca" in dialetto ligure

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1/4/2017 0 Comments

Risotto al Salame d'oca stagionato di Vigevano, porri e fonduta di formaggio vaccino a crosta fiorita

Centinaia sono i segreti dietro ad un buon risotto... La cottura, la temperatura del brodo, la giusta mantecatura e dosaggio delle materie grasse sono solo alcuni di questi.
Uno su tutti però è il segreto che permette ad una semplice porzione di riso di trasformarsi in un'esperienza gastronomcia indimenticabile.

Sono gli ingredienti... Pochi, semplici, ben bilanciati e di ottima qualità. Non occorre essere dei cuochi provetti per ottnere dei buoni risultati, basta solo porre particolare attenzione a questi particolari.

Per festeggiare questo nuovo anno, noi di Oca Sforzesca abbiamo deciso di dedicarvi un risotto stagionale con protagonista il Salame stagionato d'oca di Vigevano. 

Non è mai semplice trattare un salume stagionato all'interno di un piatto, ma la carne d'oca di cui è composto, ci ha aiutato molto a bilancaire i gusti, le consistenze e i profumi di prodotti già eccellenti come il porro, il riso e formaggio a crosta fiorita.
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Ingredienti per 4 persone
  • ​320 g di Riso Carnaroli
  • 200 g di Salame stagionato d'oca d Vigevano
  • 150 g di porro (soprattutto la parte più vicina al verde)
  • 100 g di formaggio vaccino a crosta fiorita (tipo Camembert)
  • 1 bicchiere di latte
  • 50 g di burro
  • Farina q.b.
  • Brodo vegetale
  • Olio extravergine di oliva

Procedimento
  1. Sbriciolare grossolanamente il Salame stagionato d'oca di Vigevano e farlo roslare vivacemente in due cucchiai di olio d'oliva in una casseruola.
  2. A tre quarti di cottura, togliere metà del salame dalla casseruola e gettare il porro tagliato a pezzettoni.
  3. Rosolare per bene quindi aggiungere il riso carnaroli per farlo brillare.
  4. Aggiungere il brodo vegetale e continuare la cottura.
  5. A parte, far scaldare il latte e far sciogliere il formaggio. 
  6. Una volta liquefatto, intingere metà del burro nella farina e gettarlo nella crema di formaggio continuando a scaldare in modo che si rapprenda velocemente.
  7. A cottura ultimata del riso, mantecare col burro rimasto.
  8. Impiattare il risotto aggiungendo le briciole di salame messe da parte e guarnire con la fonduta di formaggio ben calda. 
Prova subito la ricetta! Vai allo Shop
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