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Il Blog del Salame di pura oca.
​L'originale.

11/15/2016

A ném in òca

"A ném in òca" cioè "Andare in oca" è un detto popolare e figurativo che ha significati leggermente diversi a seconda della zona. Nel nord Italia significa confondersi, mentre nel Canton Ticino in Svizzera significa dimenticarsi di qualcosa.

11/6/2016 0 Comments

Risotto al salame di fegato d'oca con cime di rapa al burro, cipolla rossa, riduzione di brandy e scaglie di pecorino

Giornate uggiose quelle di inizio novembre, adatte a mettere in tavola un nuovo risotto a base d'oca.
Dato che la stagione ce lo permette, abbiamo deciso di arricchire questa preparazione con il nuovo Salame di fegato d'oca di Oca Sforzesca realizzato esclusivamente con materie prime sane ottenute da animali allevati all'aperto e con alimentazione naturale. 

Un prodotto delicato, il salame di fegato, che si presta a preparazioni gustose e leggere e ad abbinamenti originali senza che sovrasti il sapore degli altri prodotti. Per equilibrare questo risotto, sono stai aggiunti degli elementi stagionali come la cima di rapa, il brandy, che con la sua dolcezza arrotonda i tratti leggermente amaricanti del fegato, e il pecorino che conferisce sapidità al piatto.

Vediamo come si realizza questa gustosa ricetta!
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Ingredienti per 4 persone:
  • 120 g di Salame di fegato d'oca 
  • 300 g di Riso Carnaroli
  • 70 g di cime di rapa pulite con i fiori
  • 50 g di cipolla rossa
  • 50 g di Pecorino stagionato
  • 50 g di burro
  • 1 bccchiere di brandy
  • sale e pepe
  • olio extravergine d'oliva

Procedimento
  • Tagliare a julienne la cipolla rossa e rosolarla nell'olio d'oliva.
  • Rosolare velocemente metà della cima di rapa tagliata finemente e metà del Salame di fegato d'oca.
  • Aggiungere il riso Carnaroli e tostaro a fuoco vivace.
  • Portare a cottura con del brodo vegetale.
  • A parte rosolare in una noce di burro il resto delle cime di rapa e del salame di fegato.
  • In un pentolino ridurre il brandy fino ad ottenere uno sciroppo.
  • Quando il riso sarà cotto, aggiungere le cime di rapa e il salame di fegato.
  • Impiattare spolverando con il pecorino a scaglie e qualche gocce di riduzione di brandy. 
Prova subito la ricetta! Vai allo Shop
0 Comments

11/1/2016

L'oca di San Martino

L'autunno porta con sé atmosfere da leggenda e molte sono le giornate in cui potremmo festeggiare e raccontare bellissime storie suggestive.

In Germania, Austria e Italia, l'11 novembre è dedicato al ricordo delle vicende di San Martino vescovo di Tours (316-397 d.C.) e Patrono delle nostre oche. 
Martino, ancora bambino, si trasferì a Pavia con i suoi genitori e lì trascorse la sua infanzia. Ancora giovane fu reclutato dall'Impero Romano e inviato in Gallia dove passò la maggior parte della sua vita come soldato nelle truppe non combattenti.

Si narra che nel rigido inverno del 335 d.C. il Cavaliere Martino, uscendo dalla città francese di Amiens per il suo turno di guardia, incontrò un vecchio seminudo e infreddolito. Davanti a tale scena Martino, con la sua spada, tagliò in due il caldo mantello militare di lana e lo diede al mendicante affinché potesse proteggersi dal freddo. Questo episodio ebbe un tale impatto su Martino che si convertì al cristianesimo e giunto all'età di quarant'anni decise di lasciare l'esercito. Prese i voti da monaco e si ritirò in un convento e nel 371 diventò vescovo di Tours.
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Nel centro Europa tipiche di questa festa sono le processioni di bambini con lanterne di carta (Laternen) ed è per questo che viene anche chiamata "Festa delle lanterne". ​Alla sera la portata principale è il tradizionale Arrosto d'oca (la Martingans): si tratta di un delizioso piatto normalmente ripieno di mele e castagne, accompagnato da grandi gnocchi di patate (Martinsgans mit Rothkohl und Schmorapfel).

In Italia un detto popolare dice: "A San Martino pane, oca e vino" che riassume le portate principali di questa festa oltre ai prodotti reperibili in quel momento. Infatti, in questo periodo, si può già degustare il primo vino novello e le oche hanno raggiunto la giusta età.

Il consumo di oca in questa giornata è però 
spiegato da un altro evento della sua vita in cui Martino, non volendo diventare vescovo per umiltà, scappò dal convento di notte e si rifugiò in uno stabbio di oche. Queste, come nella antichissima tradizione romana, cominciarono a starnazzare e rivelarono la sua presenza a chi lo stava cercando. Ed è per questo motivo che viene anche ritratto con un'oca.
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​Un altro curioso episodio
, narra che nel corso di una predica del Vescovo Martino, delle oche cominciarono a starnazzare disturbando l'omelia. Per questo motivo, i presenti alla funzione, decisero di punire i volatili servendoli a pranzo.

Come accade spesso per molte ricorrenze religiose, il giorno di San Martino coincide anche con alcune ricorrenze pagane legate alle stagioni. Agli inizi di novembre i contadini pagavano la decima ai Signori con i prodotti della terra e con gli animali allevati disponibili.

Inoltre,​ l'11 novembre, dettava l'inizio dell'annata agraria come pure l'inizio dei contratti di locazione. Era infatti frequente incontrare persone che facevano trasloco da cui il detto usato ancora oggi:  "Fare San Martino". Lo stesso periodo è chiamato anche "L'estate di San Martino: tre giorni e un pochino" in cui si può ritrovare un clima più mite prima dell'inverno vero e proprio.

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